VILLA CIMBRONE
Villa patrizia, appartenne alla nobile Famiglia degli Acconciajoco poi, successivamente ai Fusco, ricchissimo ed influente casato, imparentati con i Pitti di Firenze, i D’Angiò di Napoli e i Sasso. Il possesso di questi fertili terreni, difesi dalla cinta muraria che correva al disotto del promontorio, fu da sempre fortemente ambita dalla nobiltà Ravellese per la posizione strategica ma, soprattutto per le ampie spianate coltivabili, pressocchè uniche sul territorio. Da fonti archivistiche:” Angellotto Fusco fece costruire nel sito la chiesa di S. Angelo a Cimbrone(1301)” e si attesta che “in quel tempo la Famiglia era oramai completamente proprietaria”. Nel 1403 il Re di Napoli, Ladislao di Durazzo, confermò questi diritti donando anche i benefici inerenti diversi titoli di chiese ravellesi, al suo coppiere e cappellano, Nicola Fusco e ai suoi discendenti. Famiglia di mercanti e influenti uomini di Chiesa, ebbe in Paolo Fusco (seconda metà del ‘500) uno dei rappresentanti più autorevoli. Vescovo della città(1570-1578), fu benvoluto e rispettato per le sue qualità umane e pastorali e, per la profonda conoscenza delle dottrine giuridiche. Forte ed intenso, fu il legame dei Fusco con Cimbrone tanto che, ne mantennero il possesso per oltre cinque secoli e mezzo. A loro, si devono i maggiori interventi sulla struttura e sul giardino, sottolineati anche da una lapide marmorea datata 1620, ritrovata nel corso di recenti restauri e, collocata nel Chiostro. Uno splendido affresco rinascimentale, anch’esso recentemente restaurato, posto sulla parete al primo piano, adiacente all’antico accesso del Palazzo, ritrae e magnifica i rappresentanti più insigni della Famiglia.
E’ chiara la volontà e l’esigenza dei proprietari, di dare una nuova valenza e connotazione al possedimento, fino a quel momento esclusivamente “agricolo”, sulla scia del gusto e della cultura classico-rinascimentale imperante nelle corti di Napoli ed in genere in Italia. A questo periodo risalgono infatti, la realizzazione del Terrazzo Belvedere, il lungo viale d’accesso con il terminale padiglione “a cupola su pennacchi sferici”, la disposizione dei busti marmorei, ed numerosi elementi in terracotta quali anfore e grossi vasi decorati. Anche la “casa palaziata”, viene modificata con l’inserimento di saloni di rappresentanza con volte “a padiglione” dipinte e decorate “ a grottesche” e motivi floreali. Nei “clipei” e nelle scene di fantasia, rimessi in luce dai recenti restauri, si nota la stretta assonanza tra queste rappresentazioni e gli interventi realizzati nel “giardino”, a testimonianza dell’acquisita sensibilità e cultura paesistica dei committenti(durante la prima metà del’700 Cimbrone divenne per circa 40 anni la residenza della nobildonna Isabella Del Verme Sasso vedova di don Pietro Fusco).
La difficile situazione politico-economica a cavallo dei secoli XVIII e XIX, l’intervento napoleonico che dispose il sequestro dei beni e possedimenti delle Famiglie aristocratiche, il ritorno a Napoli(città di origine) dei maggiori rappresentanti dei Fusco, l’avvento del “brigantaggio”, ma anche il forte terremoto che colpì il territorio della Costiera alla fine del “700, determinarono il periodo di maggiore decadenza del territorio intero e, il conseguente abbandono della Villa. La famiglia Fusco, per una serie di vicissitudini, vive una profonda crisi economica che, la portano, il 31 agosto del 1864, a perdere per indebitamento tutta la proprietà a favore dei fratelli Amici, commercianti e pastai di Atrani. Nonostante tutto, Cimbrone pur se abbandonata, conserva anche in quegli anni intatto il suo fascino: Ferdinand Gregorovius, viaggiatore tedesco, nell’estate del 1853, nelle sue”note di Viaggio” la definisce come “ unaVilla incomparabile…, nel giardino ben coltivato, crescevano i più bei fiori immaginabili, provenienti da innumerevoli piante del Sud…” Fece da sfondo magico alla famosa cavalcata di Cosima e Richard Wagner nel maggio del 1880; dal diario di Cosima Wagner: “mercoledì, 26 maggio.
Colazione serena e cavalcata su a Ravello, bella al di là di ogni descrizione. A Ravello trovato il giardino di Klingsor…cavalcata a via S.Chiara fino al piccolo padiglione, con fermata e cantata di Peppino, il panorama da quel punto per me il più bello di tutti…(ndr. il padiglione è quello sul terrazzo di Villa Cimbrone).
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